martedì 13 febbraio 2007

Mediterraneo, centinaia di capodogli al largo della Sicilia

Di questi cetacei sembrava che nei nostri mari ne esistessero solo pochi esemplari, invece in tantissimi nuotano nelle acque antistanti a Catania


Nel Mediterraneo vivono molti più capodogli di quanti si pensasse. Ce ne sono a centinaia e non solo poche decine come si credeva fino ad oggi. A 'sentire' nuotare così tanti capodogli al largo delle coste della Sicilia è stato il prototipo di un osservatorio sottomarino dell'Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) per particelle provenienti dal centro della galassia, un sofisticatissimo strumento scientifico montato nelle profondità del mare mentre stava realizzando prove di caccia di neutrini. Si tratta del rivelatore bioacustico installato dai biologi marini sull'apparato del progetto Nemo-Fase1 e studiato per rilevare appunto queste piccolissime particelle particolarmente sfuggenti e difficili da 'catturare' senza strumenti adeguati. Nemo-Fase1, un prototipo di rivelatore collocato a oltre 2000 metri di profondità nel mare al largo di Catania, si è così imbattuto in tanti giganteschi capodogli, scoprendone un'eccezionale quanto inattesa presenza nel Mediterraneo, mentre era intento a verificare la funzionalità della strumentazione che sarà utilizzata per rivelare i neutrini provenienti dall'emisfero sud, dopo che questi hanno attraversato tutta la Terra.
"Dai suoni emessi dai capodogli abbiamo potuto capire che alcuni erano di passaggio, altri invece dialogavano fra loro probabilmente dopo il risveglio" spiega Gianni Pavan, ricercatore del Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali dell'Università di Pavia". "Abbiamo calcolato una media dai 3 ai 5 individui ogni due giorni. Questi animali -prosegue- viaggiano a mille metri di profondita' per catturare soprattutto i calamari giganti e possono inabissarsi alla velocita' di 100 metri al minuto''. ''E' una grande, bellissima notizia -commenta Silvio Greco, direttore scientifico dell'Icram, l'istituto per la ricerca sul mare del ministero dell'Ambiente- pensavamo che i capodogli fossero stati sterminati dalle spadare, dalle reti pelagiche, e invece ecco che questa ricerca dimostra che per fortuna la loro presenza nel Mediterraneo segna una ripresa significativa''.

"La scoperta è avvenuta durante la prima fase dell'esperimento Nemo (Nemo-Fase1) che l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha messo a disposizione dei biologi marini nelle profondità del mare di fronte a Catania" spiega l'Ente di ricerca guidato da Roberto Petronzio. In particolare, l'apparato dell'Infn ha permesso infatti ai biologi del Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali dell'Università di Pavia di ascoltare a oltre 2000 metri di profondità le voci, i caratteristici ''schiocchi'', dei capodogli e di registrare in questo modo il passaggio di almeno un esemplare ogni due giorni per un periodo di un anno e mezzo. "La registrazione dei suoni attraverso gli idrofoni rappresenta una prima mondiale per la profondità a cui è stata fatta e per la varietà e chiarezza dei suoni registrati" afferma l'Infn, che sottolinea: "E' stato infatti possibile registrare anche le voci dei delfini".

"Nemo-Fase1 -spiega ancora l'Infn- è il prototipo del futuro telescopio sottomarino per neutrini di alta energia, provenienti anche dal centro della nostra galassia e in grado di attraversare tutta la Terra da una parte all'altra. Particelle la cui origine è ancora misteriosa ma che potrebbero portare gli scienziati alle fonti delle altrettanto misteriose emissioni di raggi cosmici di altissima energia". Una volta completo, il telescopio sarà costituito da 80 torri ancorate a 3500 metri di profondità, nel mare al largo di Capo Passero in Sicilia. Le torri saranno alte due volte la Tour Eiffel. ''E' in corso una forte concorrenza internazionale con i gruppi di ricerca americani che stanno realizzando un apparato simile sotto i ghiacci dell'Antartide. -spiega Emilio Migneco, direttore dei Laboratori Nazionali del Sud dell'Infn- In Europa vi e' un grande sforzo cofinanziato dalla Comunita' Europea per realizzare l'osservatorio sottomarino internazionale nel Mediterraneo nel prossimo futuro''

Il capodoglio (Physeter macrocephalus) è un cetaceo di aspetto massiccio e squadrato, il maschio raggiunge i 18 metri di lunghezza e supera le 50 tonnellate di peso, mentre la femmina si ferma a circa 12 metri di lunghezza. E' un odontocete, perché è dotato di denti, e quindi è molto più simile ai delfini che alle balene (misticeti). Come i delfini, il capodoglio è anche dotato di biosonar e quindi è in grado di ''eco-localizzare'', cioé di orientarsi, di evitare gli ostacoli e di trovare le prede, tramite l'eco proveniente dai segnali che emette. Compie lunghe immersioni, mediamente 40-50 minuti, durante le quali scende velocemente a profondità intorno ai 900-1000 metri per poi navigare e cacciare cefalopodi in profondita'. Al ritorno in superficie impiega generalmente 10-15 minuti per respirare e riossigenarsi. Durante le immersioni emette serie di segnali impulsivi, chiamati ''click'', che hanno prevalentemente funzione di ''eco-localizzazione'' per conoscere costantemente l'ambiente circostante. Le serie di click sono intervallate da brevi pause, o da sequenze rapide di click per ''focalizzare'' e catturare una preda (in analogia con quanto fanno sia i delfini che i pipistrelli). Emettono anche brevi sequenze ritmiche di click, chiamate ''coda'', che hanno struttura e ritmo diverso nei vari oceani colonizzati da questi animali.

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