lunedì 19 febbraio 2007
La Triennale di Milano, con il patrocinio del Comune di Milano – Settore Cultura, presenta la mostra Giorgio Armani con un nuovo e straordinario allestimento espositivo su due piani di Robert Wilson, già designer delle precedenti edizioni della mostra
La mostra si apre alla Triennale di viale Alemagna il 20 febbraio 2007
Presentata per la prima volta presso il Solomon R. Guggenheim Museum di New York (2000) e ospitata poi presso il Guggenheim Museum Bilbao (2001), la Mostra Giorgio Armani è stata esposta successivamente alla Neue Nationalgalerie di Berlino (2003), alla Royal Academy of Arts Burlington Gardens di Londra (2004), al Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano a Roma (2004), al Mori Arts Center Gallery a Tokyo (2005), e più recentemente allo Shanghai Art Museum (2006). Con l’ottava e ultima tappa chiude il tour nella città dello stilista, alla Triennale di Milano.
La Mostra, che trae origine dalla Retrospettiva dedicata dalla Solomon R. Guggenheim Foundation all’attività di Giorgio Armani, giunge finalmente alla Triennale di Milano in una versione più ampia e arricchita, e ripercorre la carriera di Giorgio Armani, stilista tra i più importanti al mondo.
Con oltre 600 abiti, schizzi originali e registrazioni audio e video, la mostra offre una prospettiva tematica della carriera di Giorgio Armani e della sua evoluzione nel corso degli ultimi tre decenni, illustrando l’impatto culturale della sua attività e sottolineando il ruolo anticipatore dello stilista nel mondo del cinema.
Robert Wilson, il grande regista teatrale e visual artist, ha ideato un progetto di allestimento specifico per questa esposizione e ha trasformato gli spazi moderni della Triennale in una serie di panorami, dividendo il percorso della mostra in due concetti primari che corrispondono ai due livelli sui quali la mostra è allestita.
Al primo piano il procedere della mostra è sequenziale e lineare. Nelle stanze geometriche e formali si susseguono i diversi allestimenti: una foresta astratta realizzata con canne di bambù luminescenti, uno spazio illuminato che si trasforma nel suo riflesso al negativo, un intrecciarsi di linee verticali e ombre, una stanza intrisa di glamour.
Al piano terra non si ha più la progressione lineare. Il muoversi intorno a un fulcro centrale - la collezione di capi ricamati - si fa intenzionale e volutamente caotico, con zone che racchiudono installazioni “still-life” che interpretano i vari temi delle collezioni esposte.
Giorgio Armani è considerato un simbolo del design del Ventesimo e Ventunesimo secolo. A lui è stato riconosciuto il merito di aver radicalmente modificato le regole della moda contemporanea e di aver creato una visione senza tempo del vestire moderno. Eliminando tutto ciò che è decorazione e superfluo, e traducendo il tradizionale look sportivo in abbigliamento per l’ufficio e per la sera, Giorgio Armani ha sviluppato lo stile casual contemporaneo che definisce il guardaroba attuale.
L’immaginario cinematografico ha avuto una notevole influenza sul design dello stilista e sulle sue campagne pubblicitarie. Le sue creazioni per i film, a cominciare da American Gigolo, hanno lasciato un'impronta importante sullo stile moderno. La mostra propone una galleria dedicata ai rapporti di Giorgio Armani con l’industria dello spettacolo - con particolare riferimento agli Academy Awards e ai film per i quali ha creato i guardaroba - e presenta molti dei modelli realizzati nel corso degli anni proprio per le cerimonie di consegna degli Oscar.
E' in coma il bimbo accoltellato ad Agrigento.
I medici parlano di "condizioni molto critiche" per il neonato colpito alla gola ieri dalla mamma 23enne, di origine belga, ora accusata di tentato omicidio.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos/Ign) - E' ricoverato da ieri sera in stato di coma nella prima Rianimazione dell'ospedale Civico di Palermo, Daniel, il bimbo di sei mesi che sarebbe stato accoltellato alla gola dalla madre, Marie August Tineke Stevening, 23enne di origine belga, nella sua abitazione in via Callicratide, ad Agrigento. I medici parlano questa mattina di "condizioni molto critiche".
Il piccolo ha avuto un'emorragia "imponente e ciò - ha spiegato il primario Mario Re - ha causato un'ipossia cerebrale provocando il coma". "Quando è arrivato ieri sera in ospedale - ha spiegato il medico all'ADNKRONOS - il piccolo era in coma e abbiamo riscontrato anche un grosso ematoma in testa con un'emorragia, che non c'entra niente con le ferite inferte alla gola". Di più non vuole dire il primario, ma non è escluso che prima di essere accoltellato, il piccolo Daniel sia stato sbattuto con la testa contro un muro o qualcosa di duro. "Al momento il piccolo non è operabile - ha spiegato ancora Re - la speranza è che il sangue nel cervello si possa riassorbire". Ma il medico non nutre molte speranze: "Stiamo facendo di tutto per salvare Daniel, ma la situazione è molto molto grave".
E' stato intanto rinviato l'interrogatorio della giovane mamma rinchiusa da ieri sera nel carcere Petrusa di Agrigento con l'accusa di tentato omicidio e detenzione di droga. La donna doveva essere ascoltata oggi dal Gip, ma molto probilmentel'interrogatorio avverrà domani mattina. E il suo avvocato non ha escluso il ricorso ad un accertamento per verificare il suo stato psichico.
La giovane mamma, ascolata già ieri fino a tardi, non avrebbe confessato il tentato omicidio del figlio ma non avrebbe neanche negato di averlo accoltellato. La donna viveva ad Agrigento solo da qualche mese. Non aveva amici e parenti né un lavoro stabile. Scavando nel suo passato, gli investigatori hanno scoperto che la giovane belga è stata arrestata per rissa, oltraggio a pubblico ufficiale e tentativo di rapina. Nella sua abitazione gli investigatori hanno trovato 500 grammi di hashish di cui 100 già suddivisi in dosi e un bilancino di precisione e denaro contante per 650 euro. Alle Poste la giovane madre aveva già depositato circa quattromila euro. Il sospetto degli inquirenti è che la casa potesse essere un centro di smistamento di droga.
La polizia ha interrogato a lungo anche l'ex convivente della donna, Giovanni Russo, 38 anni, che non è il padre del bimbo. E' stato lui a ritrovare il piccolo in una pozza di sangue sul letto. L'uomo era andato in casa della ex compagna per prendere alcuni oggetti e indumenti dopo la fine della loro relazione.
I medici parlano di "condizioni molto critiche" per il neonato colpito alla gola ieri dalla mamma 23enne, di origine belga, ora accusata di tentato omicidio.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos/Ign) - E' ricoverato da ieri sera in stato di coma nella prima Rianimazione dell'ospedale Civico di Palermo, Daniel, il bimbo di sei mesi che sarebbe stato accoltellato alla gola dalla madre, Marie August Tineke Stevening, 23enne di origine belga, nella sua abitazione in via Callicratide, ad Agrigento. I medici parlano questa mattina di "condizioni molto critiche".
Il piccolo ha avuto un'emorragia "imponente e ciò - ha spiegato il primario Mario Re - ha causato un'ipossia cerebrale provocando il coma". "Quando è arrivato ieri sera in ospedale - ha spiegato il medico all'ADNKRONOS - il piccolo era in coma e abbiamo riscontrato anche un grosso ematoma in testa con un'emorragia, che non c'entra niente con le ferite inferte alla gola". Di più non vuole dire il primario, ma non è escluso che prima di essere accoltellato, il piccolo Daniel sia stato sbattuto con la testa contro un muro o qualcosa di duro. "Al momento il piccolo non è operabile - ha spiegato ancora Re - la speranza è che il sangue nel cervello si possa riassorbire". Ma il medico non nutre molte speranze: "Stiamo facendo di tutto per salvare Daniel, ma la situazione è molto molto grave".
E' stato intanto rinviato l'interrogatorio della giovane mamma rinchiusa da ieri sera nel carcere Petrusa di Agrigento con l'accusa di tentato omicidio e detenzione di droga. La donna doveva essere ascoltata oggi dal Gip, ma molto probilmentel'interrogatorio avverrà domani mattina. E il suo avvocato non ha escluso il ricorso ad un accertamento per verificare il suo stato psichico.
La giovane mamma, ascolata già ieri fino a tardi, non avrebbe confessato il tentato omicidio del figlio ma non avrebbe neanche negato di averlo accoltellato. La donna viveva ad Agrigento solo da qualche mese. Non aveva amici e parenti né un lavoro stabile. Scavando nel suo passato, gli investigatori hanno scoperto che la giovane belga è stata arrestata per rissa, oltraggio a pubblico ufficiale e tentativo di rapina. Nella sua abitazione gli investigatori hanno trovato 500 grammi di hashish di cui 100 già suddivisi in dosi e un bilancino di precisione e denaro contante per 650 euro. Alle Poste la giovane madre aveva già depositato circa quattromila euro. Il sospetto degli inquirenti è che la casa potesse essere un centro di smistamento di droga.
La polizia ha interrogato a lungo anche l'ex convivente della donna, Giovanni Russo, 38 anni, che non è il padre del bimbo. E' stato lui a ritrovare il piccolo in una pozza di sangue sul letto. L'uomo era andato in casa della ex compagna per prendere alcuni oggetti e indumenti dopo la fine della loro relazione.
mercoledì 14 febbraio 2007
San Valentino
San Valentino, patrono di Terni e protettore degli innamorati di tutto il mondo, rinnova il 14 febbraio i suoi miracoli d'amore.
Protagonista di storie lontane, che sfumano in leggenda, la sua fama ha superato gli oceani, scavalcato le montagne, traversato i continenti. In Giappone e negli Stati Uniti, in America Latina come in Asia e in Oceania, Valentino e il santo dell'Amore. Pochi però conoscono la vera storia del vescovo e martire di cui Terni conserva le spoglie mortali.
San Valentino fu il primo vescovo della città, ma i suoi miracoli lo resero famoso, ben oltre i confini dell'Impero.
Perseguitato dal Senato romano cadde martire il 14 febbraio del 273, sotto l'impero di Aureliano. Ma è per aver celebrato il matrimonio tra una giovane cristiana ed un legionario pagano che divenne il protettore degli innamorati. Tutti chiedevano la benedizione nuziale del Santo, ricordata oggi dalla Festa della Promessa. Ogni anno, nella basilica dedicata a san Valentino, centinaia di futuri sposi, danno vita a questa cerimonia, scambiandosi una promessa" d'amore.
Due momenti sono poi dedicati agli sposi che, raggiunto un traguardo d'argento e d'oro, vogliono rinnovare l'impegno della loro unione. Una ricorrenza, quella del giorno di Valentino, che torna dunque a Terni dopo un lungo percorso nelle leggende della cultura anglosassone, riprendendo corpo, dignità e uno spessore non solo commerciale.
Ma le manifestazioni valentiniane, che per tutto il mese di febbraio fanno di Terni la città di san Valentino, la città dell'amore, non sono soltanto religiose. Terni si fa romantica ed accogliente: mette in rete esercizi commerciali, alberghi, cinema, teatri e locali ed offre grandi spettacoli, incontri culturali, itinerari dell'arte e del sapere. Nasce così un cartellone ricco di eventi, festeggiamenti, di Idee e omaggi d'amore
Protagonista di storie lontane, che sfumano in leggenda, la sua fama ha superato gli oceani, scavalcato le montagne, traversato i continenti. In Giappone e negli Stati Uniti, in America Latina come in Asia e in Oceania, Valentino e il santo dell'Amore. Pochi però conoscono la vera storia del vescovo e martire di cui Terni conserva le spoglie mortali.
San Valentino fu il primo vescovo della città, ma i suoi miracoli lo resero famoso, ben oltre i confini dell'Impero.
Perseguitato dal Senato romano cadde martire il 14 febbraio del 273, sotto l'impero di Aureliano. Ma è per aver celebrato il matrimonio tra una giovane cristiana ed un legionario pagano che divenne il protettore degli innamorati. Tutti chiedevano la benedizione nuziale del Santo, ricordata oggi dalla Festa della Promessa. Ogni anno, nella basilica dedicata a san Valentino, centinaia di futuri sposi, danno vita a questa cerimonia, scambiandosi una promessa" d'amore.
Due momenti sono poi dedicati agli sposi che, raggiunto un traguardo d'argento e d'oro, vogliono rinnovare l'impegno della loro unione. Una ricorrenza, quella del giorno di Valentino, che torna dunque a Terni dopo un lungo percorso nelle leggende della cultura anglosassone, riprendendo corpo, dignità e uno spessore non solo commerciale.
Ma le manifestazioni valentiniane, che per tutto il mese di febbraio fanno di Terni la città di san Valentino, la città dell'amore, non sono soltanto religiose. Terni si fa romantica ed accogliente: mette in rete esercizi commerciali, alberghi, cinema, teatri e locali ed offre grandi spettacoli, incontri culturali, itinerari dell'arte e del sapere. Nasce così un cartellone ricco di eventi, festeggiamenti, di Idee e omaggi d'amore
martedì 13 febbraio 2007
Mediterraneo, centinaia di capodogli al largo della Sicilia
Di questi cetacei sembrava che nei nostri mari ne esistessero solo pochi esemplari, invece in tantissimi nuotano nelle acque antistanti a Catania
Nel Mediterraneo vivono molti più capodogli di quanti si pensasse. Ce ne sono a centinaia e non solo poche decine come si credeva fino ad oggi. A 'sentire' nuotare così tanti capodogli al largo delle coste della Sicilia è stato il prototipo di un osservatorio sottomarino dell'Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) per particelle provenienti dal centro della galassia, un sofisticatissimo strumento scientifico montato nelle profondità del mare mentre stava realizzando prove di caccia di neutrini. Si tratta del rivelatore bioacustico installato dai biologi marini sull'apparato del progetto Nemo-Fase1 e studiato per rilevare appunto queste piccolissime particelle particolarmente sfuggenti e difficili da 'catturare' senza strumenti adeguati. Nemo-Fase1, un prototipo di rivelatore collocato a oltre 2000 metri di profondità nel mare al largo di Catania, si è così imbattuto in tanti giganteschi capodogli, scoprendone un'eccezionale quanto inattesa presenza nel Mediterraneo, mentre era intento a verificare la funzionalità della strumentazione che sarà utilizzata per rivelare i neutrini provenienti dall'emisfero sud, dopo che questi hanno attraversato tutta la Terra.
"Dai suoni emessi dai capodogli abbiamo potuto capire che alcuni erano di passaggio, altri invece dialogavano fra loro probabilmente dopo il risveglio" spiega Gianni Pavan, ricercatore del Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali dell'Università di Pavia". "Abbiamo calcolato una media dai 3 ai 5 individui ogni due giorni. Questi animali -prosegue- viaggiano a mille metri di profondita' per catturare soprattutto i calamari giganti e possono inabissarsi alla velocita' di 100 metri al minuto''. ''E' una grande, bellissima notizia -commenta Silvio Greco, direttore scientifico dell'Icram, l'istituto per la ricerca sul mare del ministero dell'Ambiente- pensavamo che i capodogli fossero stati sterminati dalle spadare, dalle reti pelagiche, e invece ecco che questa ricerca dimostra che per fortuna la loro presenza nel Mediterraneo segna una ripresa significativa''.
"La scoperta è avvenuta durante la prima fase dell'esperimento Nemo (Nemo-Fase1) che l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha messo a disposizione dei biologi marini nelle profondità del mare di fronte a Catania" spiega l'Ente di ricerca guidato da Roberto Petronzio. In particolare, l'apparato dell'Infn ha permesso infatti ai biologi del Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali dell'Università di Pavia di ascoltare a oltre 2000 metri di profondità le voci, i caratteristici ''schiocchi'', dei capodogli e di registrare in questo modo il passaggio di almeno un esemplare ogni due giorni per un periodo di un anno e mezzo. "La registrazione dei suoni attraverso gli idrofoni rappresenta una prima mondiale per la profondità a cui è stata fatta e per la varietà e chiarezza dei suoni registrati" afferma l'Infn, che sottolinea: "E' stato infatti possibile registrare anche le voci dei delfini".
"Nemo-Fase1 -spiega ancora l'Infn- è il prototipo del futuro telescopio sottomarino per neutrini di alta energia, provenienti anche dal centro della nostra galassia e in grado di attraversare tutta la Terra da una parte all'altra. Particelle la cui origine è ancora misteriosa ma che potrebbero portare gli scienziati alle fonti delle altrettanto misteriose emissioni di raggi cosmici di altissima energia". Una volta completo, il telescopio sarà costituito da 80 torri ancorate a 3500 metri di profondità, nel mare al largo di Capo Passero in Sicilia. Le torri saranno alte due volte la Tour Eiffel. ''E' in corso una forte concorrenza internazionale con i gruppi di ricerca americani che stanno realizzando un apparato simile sotto i ghiacci dell'Antartide. -spiega Emilio Migneco, direttore dei Laboratori Nazionali del Sud dell'Infn- In Europa vi e' un grande sforzo cofinanziato dalla Comunita' Europea per realizzare l'osservatorio sottomarino internazionale nel Mediterraneo nel prossimo futuro''
Il capodoglio (Physeter macrocephalus) è un cetaceo di aspetto massiccio e squadrato, il maschio raggiunge i 18 metri di lunghezza e supera le 50 tonnellate di peso, mentre la femmina si ferma a circa 12 metri di lunghezza. E' un odontocete, perché è dotato di denti, e quindi è molto più simile ai delfini che alle balene (misticeti). Come i delfini, il capodoglio è anche dotato di biosonar e quindi è in grado di ''eco-localizzare'', cioé di orientarsi, di evitare gli ostacoli e di trovare le prede, tramite l'eco proveniente dai segnali che emette. Compie lunghe immersioni, mediamente 40-50 minuti, durante le quali scende velocemente a profondità intorno ai 900-1000 metri per poi navigare e cacciare cefalopodi in profondita'. Al ritorno in superficie impiega generalmente 10-15 minuti per respirare e riossigenarsi. Durante le immersioni emette serie di segnali impulsivi, chiamati ''click'', che hanno prevalentemente funzione di ''eco-localizzazione'' per conoscere costantemente l'ambiente circostante. Le serie di click sono intervallate da brevi pause, o da sequenze rapide di click per ''focalizzare'' e catturare una preda (in analogia con quanto fanno sia i delfini che i pipistrelli). Emettono anche brevi sequenze ritmiche di click, chiamate ''coda'', che hanno struttura e ritmo diverso nei vari oceani colonizzati da questi animali.
Di questi cetacei sembrava che nei nostri mari ne esistessero solo pochi esemplari, invece in tantissimi nuotano nelle acque antistanti a Catania
Nel Mediterraneo vivono molti più capodogli di quanti si pensasse. Ce ne sono a centinaia e non solo poche decine come si credeva fino ad oggi. A 'sentire' nuotare così tanti capodogli al largo delle coste della Sicilia è stato il prototipo di un osservatorio sottomarino dell'Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) per particelle provenienti dal centro della galassia, un sofisticatissimo strumento scientifico montato nelle profondità del mare mentre stava realizzando prove di caccia di neutrini. Si tratta del rivelatore bioacustico installato dai biologi marini sull'apparato del progetto Nemo-Fase1 e studiato per rilevare appunto queste piccolissime particelle particolarmente sfuggenti e difficili da 'catturare' senza strumenti adeguati. Nemo-Fase1, un prototipo di rivelatore collocato a oltre 2000 metri di profondità nel mare al largo di Catania, si è così imbattuto in tanti giganteschi capodogli, scoprendone un'eccezionale quanto inattesa presenza nel Mediterraneo, mentre era intento a verificare la funzionalità della strumentazione che sarà utilizzata per rivelare i neutrini provenienti dall'emisfero sud, dopo che questi hanno attraversato tutta la Terra.
"Dai suoni emessi dai capodogli abbiamo potuto capire che alcuni erano di passaggio, altri invece dialogavano fra loro probabilmente dopo il risveglio" spiega Gianni Pavan, ricercatore del Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali dell'Università di Pavia". "Abbiamo calcolato una media dai 3 ai 5 individui ogni due giorni. Questi animali -prosegue- viaggiano a mille metri di profondita' per catturare soprattutto i calamari giganti e possono inabissarsi alla velocita' di 100 metri al minuto''. ''E' una grande, bellissima notizia -commenta Silvio Greco, direttore scientifico dell'Icram, l'istituto per la ricerca sul mare del ministero dell'Ambiente- pensavamo che i capodogli fossero stati sterminati dalle spadare, dalle reti pelagiche, e invece ecco che questa ricerca dimostra che per fortuna la loro presenza nel Mediterraneo segna una ripresa significativa''.
"La scoperta è avvenuta durante la prima fase dell'esperimento Nemo (Nemo-Fase1) che l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha messo a disposizione dei biologi marini nelle profondità del mare di fronte a Catania" spiega l'Ente di ricerca guidato da Roberto Petronzio. In particolare, l'apparato dell'Infn ha permesso infatti ai biologi del Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali dell'Università di Pavia di ascoltare a oltre 2000 metri di profondità le voci, i caratteristici ''schiocchi'', dei capodogli e di registrare in questo modo il passaggio di almeno un esemplare ogni due giorni per un periodo di un anno e mezzo. "La registrazione dei suoni attraverso gli idrofoni rappresenta una prima mondiale per la profondità a cui è stata fatta e per la varietà e chiarezza dei suoni registrati" afferma l'Infn, che sottolinea: "E' stato infatti possibile registrare anche le voci dei delfini".
"Nemo-Fase1 -spiega ancora l'Infn- è il prototipo del futuro telescopio sottomarino per neutrini di alta energia, provenienti anche dal centro della nostra galassia e in grado di attraversare tutta la Terra da una parte all'altra. Particelle la cui origine è ancora misteriosa ma che potrebbero portare gli scienziati alle fonti delle altrettanto misteriose emissioni di raggi cosmici di altissima energia". Una volta completo, il telescopio sarà costituito da 80 torri ancorate a 3500 metri di profondità, nel mare al largo di Capo Passero in Sicilia. Le torri saranno alte due volte la Tour Eiffel. ''E' in corso una forte concorrenza internazionale con i gruppi di ricerca americani che stanno realizzando un apparato simile sotto i ghiacci dell'Antartide. -spiega Emilio Migneco, direttore dei Laboratori Nazionali del Sud dell'Infn- In Europa vi e' un grande sforzo cofinanziato dalla Comunita' Europea per realizzare l'osservatorio sottomarino internazionale nel Mediterraneo nel prossimo futuro''
Il capodoglio (Physeter macrocephalus) è un cetaceo di aspetto massiccio e squadrato, il maschio raggiunge i 18 metri di lunghezza e supera le 50 tonnellate di peso, mentre la femmina si ferma a circa 12 metri di lunghezza. E' un odontocete, perché è dotato di denti, e quindi è molto più simile ai delfini che alle balene (misticeti). Come i delfini, il capodoglio è anche dotato di biosonar e quindi è in grado di ''eco-localizzare'', cioé di orientarsi, di evitare gli ostacoli e di trovare le prede, tramite l'eco proveniente dai segnali che emette. Compie lunghe immersioni, mediamente 40-50 minuti, durante le quali scende velocemente a profondità intorno ai 900-1000 metri per poi navigare e cacciare cefalopodi in profondita'. Al ritorno in superficie impiega generalmente 10-15 minuti per respirare e riossigenarsi. Durante le immersioni emette serie di segnali impulsivi, chiamati ''click'', che hanno prevalentemente funzione di ''eco-localizzazione'' per conoscere costantemente l'ambiente circostante. Le serie di click sono intervallate da brevi pause, o da sequenze rapide di click per ''focalizzare'' e catturare una preda (in analogia con quanto fanno sia i delfini che i pipistrelli). Emettono anche brevi sequenze ritmiche di click, chiamate ''coda'', che hanno struttura e ritmo diverso nei vari oceani colonizzati da questi animali.
domenica 11 febbraio 2007
VIOLENTATE E UCCISE A CAPOVERDE DUE GIOVANI ITALIANE.
Una terza è sfuggita al massacro.
Due giovani italiane sono state assassinate nell'isola di Sal, nell'arcipelago africano di Capo Verde. Una terza italiana, che era stata ugualmente assalita insieme alle amiche, è riuscita a fuggire ed attualmente si trova ricoverata presso un ospedale dell'isola.
A diffondere la tragica notizia è stato l'ufficio locale dell'agenzia portoghese Lusa, riprendendo un notiziario della radio di Capo Verde.
Ignota per il momento la loro identità e l'età esatta, si sa soltanto che almeno una delle tre sarebbe originaria della provincia di Ravenna.
Le due ragazze assassinate - una residente da tempo a Capo Verde e l'altra una turista - hanno tra i 20 e i 30 anni. La terza che si è salvata, anch'essa una turista, ne ha circa 17. Le donne sono state aggredite da una guida turistica capoverdiana - che è stata arrestata - e da un nigeriano, che è ancora alla macchia.
Il delitto ha avuto luogo nella località di Fontona, una zona balneare scarsamente abitata dell'isola di Sal.
Secondo le prime testimonianze raccolte per telefono dall'agenzia Ansa, si è appreso che le due ragazze uccise sono state massacrate a colpi di pietra presumibilmente dopo essere state violentate. I loro assassini hanno cercato di nascondere i cadaveri seppellendoli.
L'allarme è stato dato - dicono le fonti - dalla unica superstite che si trova ora in stato di shock e non ha saputo dare esaurienti spiegazioni.
La polizia ha comunque trovato, seguendo le sue indicazioni, i corpi delle sue amiche. L'emittente di Capo Verde ha precisato che dei medici legali italiani si stanno preparando a partire per l'arcipelago.
la ragazza che è riuscita a sfuggire agli assassini racconta che il delitto è avvenuto mercoledì sera, quando era stata invitata a cena insieme alle amiche dal giovane capoverdiano che ora è stato arrestato.
Erano salite in macchina con lui ma questi, invece di condurle nel luogo stabilito, è andato in un bosco.
Una terza è sfuggita al massacro.
Due giovani italiane sono state assassinate nell'isola di Sal, nell'arcipelago africano di Capo Verde. Una terza italiana, che era stata ugualmente assalita insieme alle amiche, è riuscita a fuggire ed attualmente si trova ricoverata presso un ospedale dell'isola.
A diffondere la tragica notizia è stato l'ufficio locale dell'agenzia portoghese Lusa, riprendendo un notiziario della radio di Capo Verde.
Ignota per il momento la loro identità e l'età esatta, si sa soltanto che almeno una delle tre sarebbe originaria della provincia di Ravenna.
Le due ragazze assassinate - una residente da tempo a Capo Verde e l'altra una turista - hanno tra i 20 e i 30 anni. La terza che si è salvata, anch'essa una turista, ne ha circa 17. Le donne sono state aggredite da una guida turistica capoverdiana - che è stata arrestata - e da un nigeriano, che è ancora alla macchia.
Il delitto ha avuto luogo nella località di Fontona, una zona balneare scarsamente abitata dell'isola di Sal.
Secondo le prime testimonianze raccolte per telefono dall'agenzia Ansa, si è appreso che le due ragazze uccise sono state massacrate a colpi di pietra presumibilmente dopo essere state violentate. I loro assassini hanno cercato di nascondere i cadaveri seppellendoli.
L'allarme è stato dato - dicono le fonti - dalla unica superstite che si trova ora in stato di shock e non ha saputo dare esaurienti spiegazioni.
La polizia ha comunque trovato, seguendo le sue indicazioni, i corpi delle sue amiche. L'emittente di Capo Verde ha precisato che dei medici legali italiani si stanno preparando a partire per l'arcipelago.
la ragazza che è riuscita a sfuggire agli assassini racconta che il delitto è avvenuto mercoledì sera, quando era stata invitata a cena insieme alle amiche dal giovane capoverdiano che ora è stato arrestato.
Erano salite in macchina con lui ma questi, invece di condurle nel luogo stabilito, è andato in un bosco.
mercoledì 7 febbraio 2007
SPAGNA: MUORE LA SORELLA DELLA PRINCIPESSA LETIZIA
MADRID - Erika Ortiz, sorella minore della principessa Letizia delle Asturie, moglie dell'erede al trono di Spagna, il principe Felipe, e' stata trovata senza vita questa mattina nella sua abitazione di Madrid in circostanze ancora avvolte nel mistero. Cio' che secondo alcuni media non permette di escludere cause non naturali. Il fatto che un giudice sia immediatamente accorso sul posto e il corpo sia poi stato trasferito all'istituto di anatomia legale per una autopsia sembrerebbe dar peso a questa ipotesi. Ma secondo fonti legali, trattandosi di una figura legata alla famiglia reale l'esame autoptico potrebbe giustificarsi altrimenti.
Nell'apprendere la notizia la regina Sofia e' scoppiata in lacrime esclamando ''che pena! che pena!'' ed ha interrotto un viaggio ufficiale in Indonesia per tornare a Madrid. Erika, una donna timida che si sentiva incomoda nel ruolo di sorella della principessa ereditaria, lascia una bambina di cinque anni, Carla che ancora non conosce l'accaduto.
Era reduce da una separazione dal marito Antonio Vigo ed era, informano i media, in aspettativa per depressione e soffriva di stress e ansia. Il giornale online El Confidencial sostiene che sarebbe stata in cura da uno psichiatra. Secondo altre fonti non confermate avrebbe iniziato recentemente una nuova storia sentimentale. La Casa Reale ha informato della morte di Erika, 31 anni, senza spiegare le cause del decesso, e la famiglia ha chiesto ''rispetto e prudenza''.
La notizia che sta commuovendo il paese ha tuttavia non solo aperto tutti i telegiornali ma e' al centro di infiniti talk-show e tavole rotonde televisive in diretta. Dopo aver lavorato alla rivista di arte italiana FMR (Franco Maria Ricci), Erika, laureata in Belle arti, si era impiegata presso il dipartimento grafico della impresa di produzioni televisive Globomedia. La casa di Erika, nel quartiere periferico di Valdebernardo, quella dove abitava Letizia quando lavorava come giornalista, e' stata circondata da giornalisti e fotografi.
La sorella Letizia, 34 anni, al sesto mese di gravidanza della sua seconda figlia, avrebbe appreso della morte della sorella minore - ha un'altra sorella, Telma, 33 anni, cooperante - mentre era insieme a Felipe nel palazzo della Zarzuela. Il principe ha annullato tutta la sua agenda. Re Juan Carlos ha appreso la tragica notizia in Germania, dove si trova in viaggio di stato e rientrera', come previsto, questa sera in Spagna. Il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero ha manifestato il suo dolore alla famiglia della scomparsa e alla famiglia reale, al pari di numerosi altri esponenti politici.
MADRID - Erika Ortiz, sorella minore della principessa Letizia delle Asturie, moglie dell'erede al trono di Spagna, il principe Felipe, e' stata trovata senza vita questa mattina nella sua abitazione di Madrid in circostanze ancora avvolte nel mistero. Cio' che secondo alcuni media non permette di escludere cause non naturali. Il fatto che un giudice sia immediatamente accorso sul posto e il corpo sia poi stato trasferito all'istituto di anatomia legale per una autopsia sembrerebbe dar peso a questa ipotesi. Ma secondo fonti legali, trattandosi di una figura legata alla famiglia reale l'esame autoptico potrebbe giustificarsi altrimenti.
Nell'apprendere la notizia la regina Sofia e' scoppiata in lacrime esclamando ''che pena! che pena!'' ed ha interrotto un viaggio ufficiale in Indonesia per tornare a Madrid. Erika, una donna timida che si sentiva incomoda nel ruolo di sorella della principessa ereditaria, lascia una bambina di cinque anni, Carla che ancora non conosce l'accaduto.
Era reduce da una separazione dal marito Antonio Vigo ed era, informano i media, in aspettativa per depressione e soffriva di stress e ansia. Il giornale online El Confidencial sostiene che sarebbe stata in cura da uno psichiatra. Secondo altre fonti non confermate avrebbe iniziato recentemente una nuova storia sentimentale. La Casa Reale ha informato della morte di Erika, 31 anni, senza spiegare le cause del decesso, e la famiglia ha chiesto ''rispetto e prudenza''.
La notizia che sta commuovendo il paese ha tuttavia non solo aperto tutti i telegiornali ma e' al centro di infiniti talk-show e tavole rotonde televisive in diretta. Dopo aver lavorato alla rivista di arte italiana FMR (Franco Maria Ricci), Erika, laureata in Belle arti, si era impiegata presso il dipartimento grafico della impresa di produzioni televisive Globomedia. La casa di Erika, nel quartiere periferico di Valdebernardo, quella dove abitava Letizia quando lavorava come giornalista, e' stata circondata da giornalisti e fotografi.
La sorella Letizia, 34 anni, al sesto mese di gravidanza della sua seconda figlia, avrebbe appreso della morte della sorella minore - ha un'altra sorella, Telma, 33 anni, cooperante - mentre era insieme a Felipe nel palazzo della Zarzuela. Il principe ha annullato tutta la sua agenda. Re Juan Carlos ha appreso la tragica notizia in Germania, dove si trova in viaggio di stato e rientrera', come previsto, questa sera in Spagna. Il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero ha manifestato il suo dolore alla famiglia della scomparsa e alla famiglia reale, al pari di numerosi altri esponenti politici.
MODENA: Sequestro lampo.
Modena, sequestro giallo Rapita e liberata una giovane
Un sequestro lampo, una studentessa universitaria sparita al mattino e ricomparsa a tarda sera, incolume e terrorizzata; un riscatto a quanto pare richiesto, ma non pagato. Sullo sfondo di questo rapimento anomalo, l'attività del padre della giovane, direttore di un consorzio di autotrasportatori il quale un mese fa era stato picchiato da misteriosi aggressori che l'hanno mandato all'ospedale. Una vicenda torbida, che la squadra mobile e i carabinieri di Modena stanno cercando di chiarire. Il sospetto è che sia stato un altro avvertimento, dopo il pestaggio, per il padre della rapita.
La ragazza si chiama Vanessa Mussini, vive a Modena e studia alla facoltà di Agraria a Reggio Emilia. Per qualche ora si è creduto che fosse parente di Giuliano Mussini, amministratore delegato delle ceramiche Panaria di Sassuolo, che ha smentito in serata. Il padre di Vanessa si chiama Vanni ed è direttore del Consorzio emiliano autotrasportatori associato ad Assimpresa, società modenese di consulenza e assistenza per le imprese di autotrasporto e logistica.
La studentessa è uscita di casa come tutte le mattine per andare all'università. Tra Modena e Reggio ci sono una ventina di chilometri d'autostrada. L'auto della giovane, una Mercedes classe A intestata alla madre, è stata trovata nel pomeriggio abbandonata sulla corsia di emergenza dell'autostrada del Sole sulla carreggiata nord, a quattro chilometri dal casello di Reggio Emilia. Vanessa Mussini sarebbe dunque stata seguita dai banditi appena uscita di casa e poi fermata sull'A1. La portiera dell'auto era aperta e gli oggetti personali della ragazza non erano stati portati via.
Vanessa, dopo la liberazione, ha raccontato che un'auto le ha tagliato la strada costringendola a fermarsi. «Mi hanno presa - ha detto agli inquirenti -, incappucciata e caricata sull'auto che è uscita al primo casello dell'autostrada. Dopo aver percorso altra strada mi hanno chiuso in una casa, sempre con il cappuccio in testa». Quando i rapitori hanno sentito che i telegiornali davano già la notizia del sequestro, si sarebbero messi di nuovo in auto con la studentessa e dopo altri lunghi giri l'hanno lasciata andare in aperta campagna.
Era stata la famiglia Mussini ad avvertire le forze dell'ordine. Persone vicine alla famiglia avevano ricevuto una telefonata che rivendicava il sequestro. «Questo è un rapimento vero», avrebbero detto i banditi che hanno chiesto un riscatto non lontano dal milione di euro. È stata interessata la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, competente per i sequestri di persona a scopo di estorsione che avvengono in Emilia Romagna. Il magistrato della Dda Elisabetta Melotti ha effettuato un sopralluogo in autostrada con la Polizia scientifica e l'Anticrimine bolognese.
Il procuratore capo di Bologna, Enrico Di Nicola, ha mostrato da subito grande prudenza: «Stiamo valutando tutti gli elementi per mettere a fuoco la vicenda», sono state le sue uniche parole. Parenti, amici e conoscenti sono stati sentiti per tutto il pomeriggio. La Mercedes è stata esaminata fino alle 20.30 dagli agenti e la carreggiata dell'Autosole è stata parzialmente delimitata nella corsia di emergenza.
La telefonata liberatoria è giunta poco dopo le 21. È stata la stessa Vanessa a chiamare i genitori. Aveva vagato nei campi fino ad arrivare alle porte di Soliera, un paese a una quindicina di chilometri da Modena, ed è entrata correndo nel primo locale pubblico che ha trovato, il bar Poldo. Lì è stata raggiunta dagli inquirenti che l'hanno subito portata in questura, dove è rimasta fino a tarda sera. Dopo aver ascoltato la ragazza il questore Elio Graziano ha affermato di avere la sensazione che il suo racconto «sia credibile e attendibile. Ora si lavora per chiarire gli altri aspetti di questa vicenda». Quanto ai motivi del rilascio repentino ha detto: «Forse è stato per la pressione della polizia». Secondo Graziano, infine, la giovane «sta bene anche dal punto di vista psicologico. È una ragazza di tempra che ha reagito bene».
Un sequestro lampo, una studentessa universitaria sparita al mattino e ricomparsa a tarda sera, incolume e terrorizzata; un riscatto a quanto pare richiesto, ma non pagato. Sullo sfondo di questo rapimento anomalo, l'attività del padre della giovane, direttore di un consorzio di autotrasportatori il quale un mese fa era stato picchiato da misteriosi aggressori che l'hanno mandato all'ospedale. Una vicenda torbida, che la squadra mobile e i carabinieri di Modena stanno cercando di chiarire. Il sospetto è che sia stato un altro avvertimento, dopo il pestaggio, per il padre della rapita.
La ragazza si chiama Vanessa Mussini, vive a Modena e studia alla facoltà di Agraria a Reggio Emilia. Per qualche ora si è creduto che fosse parente di Giuliano Mussini, amministratore delegato delle ceramiche Panaria di Sassuolo, che ha smentito in serata. Il padre di Vanessa si chiama Vanni ed è direttore del Consorzio emiliano autotrasportatori associato ad Assimpresa, società modenese di consulenza e assistenza per le imprese di autotrasporto e logistica.
La studentessa è uscita di casa come tutte le mattine per andare all'università. Tra Modena e Reggio ci sono una ventina di chilometri d'autostrada. L'auto della giovane, una Mercedes classe A intestata alla madre, è stata trovata nel pomeriggio abbandonata sulla corsia di emergenza dell'autostrada del Sole sulla carreggiata nord, a quattro chilometri dal casello di Reggio Emilia. Vanessa Mussini sarebbe dunque stata seguita dai banditi appena uscita di casa e poi fermata sull'A1. La portiera dell'auto era aperta e gli oggetti personali della ragazza non erano stati portati via.
Vanessa, dopo la liberazione, ha raccontato che un'auto le ha tagliato la strada costringendola a fermarsi. «Mi hanno presa - ha detto agli inquirenti -, incappucciata e caricata sull'auto che è uscita al primo casello dell'autostrada. Dopo aver percorso altra strada mi hanno chiuso in una casa, sempre con il cappuccio in testa». Quando i rapitori hanno sentito che i telegiornali davano già la notizia del sequestro, si sarebbero messi di nuovo in auto con la studentessa e dopo altri lunghi giri l'hanno lasciata andare in aperta campagna.
Era stata la famiglia Mussini ad avvertire le forze dell'ordine. Persone vicine alla famiglia avevano ricevuto una telefonata che rivendicava il sequestro. «Questo è un rapimento vero», avrebbero detto i banditi che hanno chiesto un riscatto non lontano dal milione di euro. È stata interessata la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, competente per i sequestri di persona a scopo di estorsione che avvengono in Emilia Romagna. Il magistrato della Dda Elisabetta Melotti ha effettuato un sopralluogo in autostrada con la Polizia scientifica e l'Anticrimine bolognese.
Il procuratore capo di Bologna, Enrico Di Nicola, ha mostrato da subito grande prudenza: «Stiamo valutando tutti gli elementi per mettere a fuoco la vicenda», sono state le sue uniche parole. Parenti, amici e conoscenti sono stati sentiti per tutto il pomeriggio. La Mercedes è stata esaminata fino alle 20.30 dagli agenti e la carreggiata dell'Autosole è stata parzialmente delimitata nella corsia di emergenza.
La telefonata liberatoria è giunta poco dopo le 21. È stata la stessa Vanessa a chiamare i genitori. Aveva vagato nei campi fino ad arrivare alle porte di Soliera, un paese a una quindicina di chilometri da Modena, ed è entrata correndo nel primo locale pubblico che ha trovato, il bar Poldo. Lì è stata raggiunta dagli inquirenti che l'hanno subito portata in questura, dove è rimasta fino a tarda sera. Dopo aver ascoltato la ragazza il questore Elio Graziano ha affermato di avere la sensazione che il suo racconto «sia credibile e attendibile. Ora si lavora per chiarire gli altri aspetti di questa vicenda». Quanto ai motivi del rilascio repentino ha detto: «Forse è stato per la pressione della polizia». Secondo Graziano, infine, la giovane «sta bene anche dal punto di vista psicologico. È una ragazza di tempra che ha reagito bene».
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